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Area archeologica di Tharros

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Area archeologica di Tharros

Siti archeologici del Sud della Sardegna | L’area di Tharros

Dai resti di un nuraghe al santuario ritrovato, le evidenze archeologiche coprono un ampio arco di tempo, dal XIV secolo a.C. al V-VI secolo d.C.

Fiorella Fiore

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Il sito di Tharros (in parte di proprietà demaniale e in parte comunale) è situato nell’estremità meridionale della penisola del Sinis, che si estende nel golfo di Oristano, l’antica Aristiane fondata dopo l’abbandono di Tharros, intorno 1050 d.C. Le campagne di scavo, iniziate nella prima metà del XIX secolo, proseguono tuttora.

Le evidenze archeologiche coprono un ampio arco di tempo, dal XIV secolo a.C. al V-VI secolo d.C. L’epoca nuragica è testimoniata dai resti di un nuraghe smantellato e da un piccolo, ma importante, insediamento. L’epoca fenicia è testimoniata dalla presenza del tofet, il santuario cimiteriale dov’erano deposte le urne contenenti i resti di neonati e bambini morti, che venivano cremati e offerti alla divinità, che segna l’inizio del centro urbano verso la fine del VII secolo a.C. Importante la presenza di monumenti di età punica, tra cui il sistema delle fortificazioni a nord, il Tempio delle iscrizioni e il Tempio delle semicolonne doriche, ricavato nella viva roccia. La conquista romana dell’isola avvenuta nel 238 a.C. porta a un periodo di trasformazione e grande sviluppo urbanistico, di cui resta traccia nello schema viario di cardo e decumanus maximus, che costituisce l’impianto urbano, nel sistema fognario e nei complessi termali della zona di Convento Vecchio.

L’attività di scavo della Soprintendenza, tra il 2020 e il 2021, ha interessato l’area di Muru Mannu, dove è presente un insediamento nuragico datato al Bronzo medio-recente, che ha preceduto di alcuni secoli l’insediamento urbano.

L’Università di Bologna prosegue le ricerche nel settore urbano e nell’area meridionale adiacente alla necropoli, mentre l’Università di Cincinnati ha ripreso lo scavo alle Terme n. 2. La porzione demaniale dell’area archeologica è stata assegnata con DM alla Direzione Regionale Musei Sardegna e prossimamente sarà conferita alla Fondazione Mont’e Prama, di cui fanno parte il Ministero della Cultura, la Regione Autonoma della Sardegna e il Comune di Cabras, costituita per la gestione del patrimonio archeologico del Sinis.

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Fiorella Fiore, 01 gennaio 2022 | © Riproduzione riservata

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